sabato 30 aprile 2011

Onda anomala

Credo di aver assistito ad un fenomeno raro, oggi. Sono così spaventato che continuo a fare errori di battitura e ho rischiato di perdere i sensi due volte. Stiamo tutti bene, comunque.
Dunque, da dove posso iniziare? Siamo usciti in coperta alle 17.45 di questo pomeriggio, io e Swanson. Avrebbero voluto venire anche Ingrid, Keller e Van der Meer, ma il Comandante è stato tassativo al riguardo.
Fuori faceva un freddo cane e anche potendo rimanere più di 10 minuti dubito che lo avrei fatto. C'erano alcuni marinai impegnati nei loro doveri, che quasi non ci hanno degnato di uno sguardo. Sembravano pallidi e preoccupati, ma per quanto volessi fare qualche intervista lontano dalla vista di Olsen non mi sono potuto allontanare da Swanson.
Il nostro meteorologo è un tipo competente e rassicurante e quasi mi ha preso un colpo quando, una volta raggiunta la murata di babordo, l'ho visto sbiancare.
Ho cercato con lo sguardo, ma il mare mi sembrava strano e ostile. Vedevo chiaramente l'orizzonte, ma per uno strano effetto d'illusione mi sembrava leggermente curvo, come in una foto con il grandangolo. Il cielo era grigio, pesante e cupo, e per un attimo ho avuto la netta sensazione che il sopra e il sotto volessero schiacciarci in una morsa.
Prima che potessi capire cosa stava succedendo Swanson mi ha afferrato per il braccio e mi ha trascinato verso il portello. In quel momento la sirena di bordo ha iniziato a suonare insieme ad una campana.
Mi sono terrorizzato a morte. Non eravamo arrivati ancora in cima alle scale che la nave ha iniziato ad oscillare selvaggiamente, sballottandoci a destra e a manca.
Mi ha colpito molto la compostezza e la calma dei marinai, che si reggevano tenacemente a qualsiasi sostegno avessero a portata di mano. Fortunatamente il Comandante deve essersi accorto che qualcosa non andava, perché è riuscito a gestire la situazione alla perfezione. Non mi sta simpatico e non condivido certe sue scelte, ma devo ammettere che grazie alla sua prontezza di spirito siamo ancora a galla.
Io sono caduto a terra come un marinaio d'acqua dolce (me ne vergogno un po') e Swanson per poco non mi seguiva. Quando tutto si è calmato e la nave ha smesso di rollare il meteorologo ha sospirato, mi ha guardato in faccia e ha detto solo due parole: "Rogue Wave".
Onda anomala. Un fenomeno che non si è ancora compreso appieno e che gli scienziati stanno avendo un bel daffare a studiare. Non pensavo che ne avrei mai vista una, tanto meno che l'avrei subita. Mi dispiace soltanto che dal nostro punto di vista sopraelevato non sono riuscito a coglierne bene le forme.
Al nostro ritorno Olsen ha convocato Swanson sul ponte di comando e non lo ha ancora lasciato andare. Io sono stato con gli altri fino ad ora, cercando di spiegar loro cosa avevo visto. Sono davvero emozionato.
Pensavo che la vera avventura sarebbe iniziata una volta raggiunte le Svalbard, ma pare che il destino abbia in serbo per noi molte altre emozioni.
Dopo parlerò con Swanson, voglio sapere di cosa ha discusso con Olsen e se hanno riparato i sistemi di navigazione. Ancora un paio di giorni e quella che doveva essere una semplice traversata si trasformerà in una crociera, almeno in quanto a durata.

Meteo

Abbiamo ottenuto il permesso di uscire in coperta. Il Comandante è un osso duro, ma Swanson è un tipo determinato e convincente. Tra mezz'ora usciremo a fare una breve ricognizione di dieci minuti. Sono felice che abbia scelto me per accompagnarlo, cominciavo a sentirmi soffocare nella pancia di questa rompighiaccio. Abbiamo il permesso di stare fuori solo per pochi minuti, perché sembra che si stia avvicinando una tempesta per davvero, ma sono felice ugualmente di poter respirare aria fresca.
A dopo!

venerdì 29 aprile 2011

Una giornata pesante

Il motore è a posto. Magari non è a piena potenza, ma ci siamo rimessi in moto. Purtroppo il GPS è ancora offline, quindi credo stiano utilizzando le carte nautiche o che so io. La mensa ha riaperto, perciò siamo nuovamente liberi di circolare per la nave, seppure con parecchie limitazioni. Non possiamo accedere alla stiva, alla sala macchine, al ponte di comando e possiamo salire in coperta solo previa autorizzazione.
Meglio di niente.
Un marinaio di servizio presso la mensa ci ha confidato che stanno avendo problemi di navigazione persino con le carte, perché le condizioni atmosferiche impediscono la vista sia del sole che delle stelle e le bussole sembrano guaste o impazzite. Secondo me ci prendeva in giro per farsi due risate alle nostre spalle. Come se potessi bermi che nel ventunesimo secolo ci si può perdere in ua pozzanghera come il mare di Barents...
Domani cercherò di ottenere un permesso per uscire in coperta insieme agli altri scienziati. Ho scoperto che tra noi c'è anche un meteorologo, tale Chris Swanson, di Londra. E' un tipo in là con gli anni, ma è sveglio e arguto. Ho scambiato quattro chiacchiere con lui e mi ha rivelato una certa preoccupazione per i segnali climatici che è riuscito a scorgere dagli oblò. Sostiene di aver bisogno di dare uno sguardo al cielo e al mare da una prospettiva più ampia, perciò la nostra spedizione all'esterno servirà proprio a permettergli di farlo.
Dal mio oblò, stasera, si vedeva chiaramente l'orizzonte sconvolto dalle nubi. Gira voce che una tempesta si stia avvicinando, perciò è un bene che siano riusciti a riparare in tempo il motore. Speriamo solo che che il GPS venga sistemato al più presto.
Non voglio passare su questa bagnarola in avaria neanche un giorno di più.
Immagino anche l'angoscia dei miei familiari che si trovano a leggere queste mie righe. A loro vorrei dire di non preoccuparsi, perché probabilmente la frustrazione mi spinge ad esagerare un po' la gravità della situazione. In fondo sto vivendo un'avventura, perciò cercherò di prenderla con più calma.

giovedì 28 aprile 2011

Notturno

Sono di nuovo stanco morto. E anche demoralizzato.
Dopo aver sbraitato gran parte del pomeriggio per ottenere un'udienza con il grande re di questa enorme bagnarola corazzata sono riuscito nel mio intento, ma il risultato non è stato quello che speravo.
Ho scoperto che i motori si sono fermati la notte del 26, per motivi ancora sconosciuti. Si sono verificate alcune piccole esplosioni accidentali, probabilmente per un guasto dovuto all'usura.
La cosa più fastidiosa è che contemporaneamente si è verificata un'avaria a tutti i sistemi satellitari e GPS, cosicché da due giorni non abbiamo la più pallida idea di dove siamo.
Il Comandante Olsen è incazzato nero e non è stato facile parlare con lui. Gli ho chiesto se non era possibile navigare alla vecchia maniera, con le carte nautiche e tutto il resto, ma non ha voluto rispondermi. Ha borbottato qualcosa sulle bussole e sui punti di riferimento, ma non ho capito una parola, poi è passato al norvegese e ha fatto finta che non fossi più sul ponte di comando. Simpatico.
E' inutile, se voglio saperne di più devo trovare qualche ufficiale con la parlantina sciolta.
Per ora vado a dormire. Di navigare su internet non se ne parla e Keller sta giocando a scacchi con Van Der Meer nella sala relax. Vorrei fare una capatina a trovare Ingrid, per fare due chiacchiere, ma sono ridotto uno straccio e non ci tengo molto che mi veda così.

...

Il Comandante è un vero stronzo. Abbiamo passato tutta la mattina rinchiusi come prigionieri. A mezzogiorno un marinaio è venuto a portarci il pranzo, ma non sapeva parlare l'inglese molto bene, perciò siamo riusciti a cavare da lui ben poche informazioni, a parte un ossessivo "engine broken, engine broken!"
Tutta questa situazione sta diventando surreale. Dovevamo arrivare alle Svalbard ieri, e oggi siamo ancora, come si suol dire, in alto mare. E in tutti i sensi.
La Arctic 71 è ferma in mezzo al nulla e io mi sento trattato come una specie di criminale, piuttosto che come un giornalista. Adesso mi sono stufato.
Il Comandante Olsen deve darci delle spiegazioni, o mi sentirà. Non accetterò di essere trattato in questo modo, diamine! sono un cittadino europeo. siamo tutti cittadini europei, qui!
Uff. Mantenere la calma comincia a diventare uno sforzo. Se non mi riceverà stasera giuro che lo minaccerò di rivolgermi alle autorità, una volta giunti in porto.
Il clima fuori non cambia. Il mare è piatto com'era stanotte, non tira un alito di vento e il cielo è coperto da nubi uniformi, tant'è che è quasi difficile distinguerlo dal mare. Se guardo fuori dall'oblò a volte ho la sensazione che la linea dell'orizzonte sia nascosta dalla nebbia.
Il pc è continua a fare le bizze, perciò scusatemi se non riesco a rispondere alle vostre mail. Sto bene, perciò non preoccupatevi.

mercoledì 27 aprile 2011

Insonnia

E' notte fonda, ma non riesco a dormire.
Keller è crollato mezz'ora fa e non ho potuto far altro che invidiarlo. Ho passato gli ultimi quindici minuti a fissare fuori dall'oblò. Il mare sembra freddo e silenzioso, ha un colore grigio scuro che mi mette inquietudine, ed è piatto. Non c'è quasi traccia di onde, tanto che se non sapessi che è acqua penserei di poterci camminare sopra.
La stanza si è ormai riscaldata del tutto e ci siamo rilassati tutti un po'.
Di tanto in tanto sento le voci dei marinai, in lontananza, credo che stiano ancora lavorando sodo per rimettere in funzione il motore. Spero che abbiano comunicato alla Base Artica il ritardo, anche se gli scienziati non sembrano preoccuparsene più di tanto.
La connessione internet continua a non funzionare, a parte questo blog. Per quanti sforzi faccia non riesco a utilizzare il browser per null'altro se non inserire dei post su questa pagina. Ho provato di tutto, a spegnere e riavviare, a staccare la spina, a disinstallare e a reinstallare il software di connessione satellitare.
Niente.
L'unica cosa che devo ancora provare è la formattazione, ma vorrei lasciare quella possibilità per ultima. Quello che non voglio assolutamente fare ADESSO è mettermi a compilare un noioso backup dei miei file.
Sarebbe meglio andare a dormire, ma forse rimarrò sveglio un altro po' a guardare il mare.
Non so se è la birra o la lontananza da casa, ma mi sento malinconico, stanotte.

Aggiunta

E' calata nuovamente la notte e siamo ancora fermi qui, ovunque si trovi il "qui". L'unica nota positiva è che il riscaldamento è tornato, perciò non faremo la fine dei merluzzi, almeno per ora. Abbiamo chiesto ad alcuni marinai di passaggio nel corridoio a che punto fossero le riparazioni, ma sono stati piuttosto sbrigativi e si sono allontanati di fretta. Da quello che abbiamo capito non potremo ripartire ancora per un po'.
Abbiamo fatto comunella con la bella biologa e con il dottor Kaspar Van Der Meer, un altro geologo olandese, giovane e con uno spiccato senso dell'umorismo. Beato lui che ci trova da ridere...

Problemi

Ti pareva. Grazie alla mia tipica fortuna da italiano sono riuscito a rimanere bloccato anche qui. Stanotte, mentre dormivamo, è successo qualcosa. Sono saltati diversi apparati giù in sala macchine e il motore si è fermato. Capite? Fermato nel bel mezzo del mare di Barents, con una temperatura che non so di preciso, ma che di sicuro si aggira pericolosamente intorno allo zero.
Il riscaldamento è calato bruscamente e comincia a fare un freddo cane.
E' successo qualcosa anche al mio computer, purtroppo, anche se non ho ancora capito cosa è stato. Ieri sera, prima di andare a dormire, l'ho lasciato acceso sulla pagina del blog, e ora riesco ad accedere solamente a questo sito. Se provo ad aprire altre pagine del browser il pc si comporta come se non fossi affatto connesso in rete. Strano. Ho provato a riavviarlo, ma il risultato non cambia. E' come se fosse bloccato.
Il Primo Ufficiale è sceso direttamente a parlarci nelle cuccette, ma non si è sbottonato più di tanto sulla causa del problema. Ha detto solo che il Comandante Olsen ci ordina di rimanere nelle nostre stanze fino a nuovo ordine. Non mi piace, ovviamente. Come giornalista adoro curiosare e fare domande, ma pare che qui il Comandante abbia la situazione in pugno. Spero che ci rimetteremo in viaggio presto, o che almeno rimettano in funzione il riscaldamento o presto io e Keller dovremo abbracciarci per scaldarci. E la cosa non piace a nessuno dei due.
Volevo assicurare ai miei familiari che sto bene e che non corro pericoli di sorta. Non appena avrò novità scriverò qualcosa su queste pagine, ammesso che il computer non si metta di nuovo a fare le bizze.

martedì 26 aprile 2011

Strane condizioni atmosferiche

Dopo la partenza dal porto di Tromsø il buio è calato presto e la serata è stata alquanto noiosa. Abbiamo mangiato nella mensa ufficiali, ma i rapporti umani sono rimasti piuttosto freddi. D'altra parte staremo sull'Arctic 71 per poche ore, perciò non credo vedano il motivo di socializzare.
Ho approfondito la conoscenza del dottor Keller, il mio compagno di stanza dai capelli arruffati, e della dottoressa Ingrid Axelsen, una giovane ricercatrice dell'università di Oslo. Senza nulla togliere al dottor Keller, devo dire che ho passato una serata deliziosa in compagnia di miss Axelsen. Soprattutto perché è riuscita a sostenere una discussione di due ore senza tirare in ballo un solo termine di biologia, campo in cui eccelle.
Quando arriveremo alle Svalbard conoscerò gli altri.
Sto per mettermi a letto, ora, ma sono un po' preoccupato per le strane condizioni atmosferiche sul mare di Barents. Non sono mai stato da queste parti, perciò non so se la particolare luminescenza che proviene da sotto il pelo dell'acqua sia normale o meno. Di certo Keller non riesce a immaginare di cosa si tratti. Vorrei approfittarne per chiedere il parere della bella dottoressa, ma è già andata a dormire e non voglio disturbarla correndo il rischio di fare la figura dell'idiota.
Non posso fare a meno di guardare dall'oblò e rimanere meravigliato da quanta bellezza ci sia al mondo. Il cielo è pieno di stelle e il mare riluce come se sotto la superficie nuotassero delle lampadine. Domani chiederò a qualcuno delucidazioni sul fenomeno, nel frattempo direi che è arrivato il momento di andare a riposare.
La Arctic 71 viaggia veloce e senza sobbalzi, fuori si gela, ma dentro la temperatura è ottimale.

Buonanotte!

Cuccette

Ho sistemato le mie cose. La cuccetta che mi è stata assegnata è piccola, e devo condividerla con il dottor Gunther W. Keller, un geologo di Duisburg che è stato assegnato alla base artica. Questo periodo di navigazione sarà relativamente breve, ma utilizzerò il tempo per conoscere meglio i membri del team scientifico.
Il Comandante della nave, Svein Olsen è un tipo poco incline alla chiacchiera e credo di stargli antipatico, ma forse sono solo troppo agitato per l'avventura imminente e scambio certi atteggiamenti di riservatezza come aperta ostilità. Ho provato a parlargli prima dell'imbarco, ma le procedure di carico lo hanno assorbito completamente.
L'Arctic 71 non è una nave da trasporto, ma all'ultimo momento pare siano giunti diversi furgoni carichi di casse.
La cosa ha irritato non poco il Comandante, io stesso l'ho visto sbraitare con gli autisti. Pare che il carico sia stato commissionato direttamente dalla compagnia che finanzia le spedizioni, in collaborazione con la società dell'armatore Devon J. Kalligaris. Il contenuto delle casse sigillate è ignoto sia a me che agli altri membri "civili" della spedizione (cioè gli scienziati), ma sinceramente non so se l'equipaggio si sia assicurato di chiedere notizie sul contenuto.
Ad ogni modo è inutile farsi troppe domande, probabilmente si tratta di rifornimenti generici o un qualche tipo di spedizione privata, il che giustificherebbe la reazione stizzita del Comandante.
Se le condizioni del mare saranno favorevoli, arriveremo alle isole Svalbard in poco più di una giornata, o almeno credo.
Non appena il trambusto per la partenza si sarà acquietato mi azzarderò a fare qualche domanda in giro e magari andrò a fare una passeggiata sul ponte. E' quasi Maggio, ma la temperatura fuori è comunque molto fredda, dovrò coprirmi bene.

In partenza!

Salve a tutti,

Mi chiamo Riccardo e sono un giornalista freelance. Utilizzerò questo blog per prendere nota delle mie impressioni personali riguardo l' ultimo lavoro in cui mi sono letteralmente imbarcato, impressioni non strettamente legate ai miei articoli, ma più alla mia esperienza di uomo e di viaggiatore.
Sono salito da poche ore sulla Arctic 71, una grossa nave rompighiaccio norvegese. Sono diretto alla Base Artica Internazionale insieme ad un'equipe di scienziati provenienti da diverse parti d'Europa. L'equipaggio della nave annovera ben 140 uomini, prevalentemente norvegesi. Se vi sembrano tanti è perché non avete visto la stazza di questo gigante di ferro.
Ora vado a sistemare le mie cose nella cuccetta. A breve posterò una descrizione più dettagliata della nave e della missione in generale.