lunedì 30 maggio 2011

Il superstite

Come al solito non ho avuto molto tempo per aggiornare il blog. Sarà che la situazione è diventata così strana e preoccupante che preferisco essere sempre allerta. Non riesco neppure a leggere i libri che mi ero portato dietro o a giocare a scacchi con Keller come facevo tempo fa. E' come se sulle sedie fossero cresciuti i chiodi, mi sento agitato e non riesco a concentrarmi.
Siamo arrivati al relitto un po' in barca e un po' a piedi, saltando da uno scoglio all'altro. Alcuni sono veramente vicini gli uni agli altri, collegati da piccole rocce affioranti laddove il fondale sabbioso è così basso che dove l'acqua è più trasparente si può distinguere la sabbia.
Il relitto non sembrava molto vecchio, ma era ridotto male. La chiglia era sfondata in modo irreparabile e la punta di roccia nera l'aveva perforata ed era uscita dal ponte. Era un peschereccio di una decina di metri di lunghezza ed era inclinato da un lato. Il nome era illeggibile, corroso com'era dalla ruggine, e anche la bandiera a poppa era macchiata in modo tale da risultare impossibile da identificare.
Siamo entrati utilizzando un vecchio rampino e siamo scesi sottocoperta per dare un'occhiata. Era tutto pieno d'acqua. Strano, considerando che lo scafo era pieno di buchi. Sembrava che il fondo marino si fosse sollevato d'un tratto, riportando alla luce un relitto sommerso. Dentro l'acqua salmastra aveva corroso molte cose, compreso il diario di bordo. Non c'era traccia di equipaggio, né di ossa o di resti di alcun tipo, tuttavia nella stiva abbiamo fatto una scoperta sorprendente. Un uomo ancora vivo era riverso su alcune casse sfondate. Respirava a fatica, ma il medico lo ha stabilizzato e lo abbiamo faticosamente trasportato a bordo.
Ora è in infermeria e Regen lo tiene sotto osservazione. E' pallido, emaciato e con una lunga barba incolta. Il dottore dice che presenta diverse fratture alle gambe e alle costole e per ora gli sta somministrando degli antidolorifici.
Spero si svegli presto, potrebbe avere informazioni utili sul luogo in cui ci troviamo e su come fare ad uscirne. Nel frattempo abbiamo ripreso il viaggio nell'unica direzione possibile. Forse la foresta degli scogli sta per finire o forse no, in ogni caso oggi abbiamo fatto un altro passo avanti.

venerdì 27 maggio 2011

Il relitto

Sono ormai giorni che procediamo nella foresta di scogli, in un'atmosfera surreale. Lenti e pesanti, misurando ogni metro per la paura di incagliarci in una secca. La temperatura sta calando di nuovo, almeno un paio di gradi centigradi al giorno. Sono certo che tutto ciò sia profondamente anormale, ma Swanson tace e si rifiuta di discutere con me della cosa. Credo abbia paura. Ne abbiamo tutti, in fondo, perciò non me la sento di giudicarlo.
Da un paio di giorni non ricevo più le vostre email, perciò mi perdonerete se non vi rispondo. Continuo a postare sul blog nella speranza di mantenere un flebile contatto con la realtà, ma comincia a sembrare sempre di più la compilazione di un diario vecchio stile. Serve più a me che a voi.
Mi chiedo se ci stanno cercando, là fuori. spero di si, anche se fino a poco fa non avevamo più visto nulla di realizzato dall'uomo. Circa un'ora fa ci hanno comunicato, dalla plancia di comando, che è stato avvistato un peschereccio battente bandiera islandese incagliato su uno scoglio. Siamo saliti sul ponte a dare un'occhiata con il binocolo ed è vero. Un peschereccio piuttosto grande, con la chiglia sfondata, è stato impalato su un'aguzza punta di roccia nera, una cinquantina di metri all'interno della foresta degli scogli. Come sia arrivato lì non riusciamo a capirlo. L'unico passaggio sufficientemente largo perché un qualsiasi natante possa navigare è il grande canale centrale che stiamo percorrendo da giorni. Non ci sono deviazioni o passaggi alternativi, solo questa immane via d'acqua di cui non riusciamo a percepire il fondo.
Il peschereccio invece si è arenato in un punto inaccessibile, quasi fosse stato gettato dall'alto, o come se il mare fosse improvvisamente calato, schiantandola sullo scoglio.
Vista l'eccezionalità del ritrovamento, il comandante Olsen ha deciso di inviare lì una squadra di esplorazione alla ricerca di superstiti o di materiale utile. L'ufficiale medico Karl Regen, il marinaio Svelstrom (a quanto ne so un esperto di armi), io (eh si, sono riuscito ad imbucarmi) e altri tre marinai.
Dovremo raggiungere il punto di sbarco con la scialuppa, perché il fondo marino tra gli scogli è molto basso.
Partiremo tra un'ora, perciò devo andare a prepararmi.
Spero di trovare qualcosa di utile.

lunedì 23 maggio 2011

La foresta degli scogli

Ciao a tutti.
Ecco a voi il solito bollettino delle nostre disavventure nel Mare di Barents, ammesso che ci troviamo ancora lì, naturalmente. Se vi chiedete perché sono così calmo rispetto al solito la risposta è semplice: non lo so.
Dopo l'avvistamento dello scoglio, qualche giorno fa, abbiamo continuato la navigazione per diverse ore, finché il radar non è impazzito di nuovo. Segnalava decine, se non centinaia di piccole isolette come quelle che abbiamo visitato. Il Comandante Olsen continuava a ripetere che è impossibile, perché non esiste alcun arcipelago tanto vasto in questo mare, o in qualunque altro di cui lui fosse a conoscenza.
Lo spettacolo che ci siamo trovati davanti è, come sempre, arduo da descrivere. Era come uno specchio d'acqua immobile punteggiato di minuscole isole, composte per lo più da roccia vulcanica nera, muschi e licheni.
C'è n'erano ovunque, a perdita d'occhio, distanti poche decine di metri le une dalle altre. Se ne stavano lì, ferme, come denti neri e aguzzi sotto il cielo privo di sole. Un'altra stranezza in un mare di stranezze.
Corremmo tutti sul ponte a guardarle, affascinati ed esterrefatti.
Io era vicino al Comandante e al suo primo ufficiale, perciò sono riuscito a cogliere la loro conversazione. Era in norvegese, ma dal tono di sicuro non era amichevole.
Poi ho capito.
Il mare degli scogli era come un muro insormontabile. L'Arctic 71 è una rompighiaccio, ha uno scafo solido e può aprirsi la strada tra i ghiacci dell'artico con una certa facilità, ma gli scogli e le isolette sono un altro paio di maniche.
Abbiamo trascorso gli ultimi giorni a seguire il muro in una delle due possibili direzioni, sperando di trovare un passaggio abbastanza grande. La nostra costanza è sta premiata esattamente dopo 31 ore di ricerca. Il passaggio è piuttosto largo e profondo, ma ormai lo stiamo seguendo da parecchio. E' come un fiume in mezzo a un mare di rocce, ma ora siamo circondati da esse su entrambi i lati. Se malauguratamente questo passaggio non sbucasse dall'altra parte rimarremmo bloccati, senza possibilità di manovrare la nave.
Credo che il Comandante e il primo ufficiale litigassero proprio su questo, mentre eravamo sul ponte. Devo ammettere che la cosa fa piuttosto paura. Eppure da qualche giorno a questa parte non mi sento più affetto dall'atmosfera tesa e rabbiosa che si è sviluppata a bordo.
L'occhio di Van der Meer è praticamente guarito e io cerco di vedere Ingrid quanto posso. La mia bella biologa è sempre impegnata nei suoi studi, perciò mi trovo fin troppo spesso occupato a prendere appunti e a giocare a scacchi con Keller. Un'occupazione non decisamente entusiasmante, vista l'elevata bravura del mio avversario.
Siamo in mare ormai da quasi un mese per attraversare un tratto che avrebbe richiesto, alla lunga, un giorno e mezzo. Dovrei essere fuori di me per la paura, ma non ci riesco. Ieri Swanson mi ha fatto notare, non con un certo disappunto, che oltre che del sole, il cielo è privo anche di un altra cosa. Vita e velivoli. Non c'era un solo gabbiano appollaiato sugli scogli, né una pulcinella di mare o una foca. Non vediamo scie di aerei dal giorno dell'onda anomala e questo fa ancora più paura.
Ma sono calmo. E la cosa mi preoccupa.
Spero solo di non essere sull'orlo di una crisi di nervi...

mercoledì 18 maggio 2011

Breve spedizione

Siamo appena tornati dalla ricognizione sullo scoglio. Perché di questo si tratta, di uno scoglio. Uno stupido, maledettissimo scoglio. Certo, grande abbastanza da richiedere più di due ore per esplorarlo, ma senza dubbio un'inutile pietra senza vita. Tranne forse per muschi e licheni.
Il clima è ancora strano e per qualche motivo il sole non è più sorto da quel giorno. Avvertiamo l'alternanza di luce e oscurità piuttosto chiaramente, ma siamo straniti e reagiamo male. Ci sentiamo un po' come l'equipaggio di un sottomarino, che si rende conto del trascorrere del tempo solo finché ticchetta l'orologio. Le pietre sull'isola non proiettavano ombra, quasi come se non esistessero.
Spesso di notte le stelle tornano ad affiorare dalla superficie del mare e noi rimaniamo ore ad osservarle, rapiti dalla loro bellezza e terrorizzati dall'assoluta anormalità della loro presenza.
Mi è difficile persino scriverne, a dire il vero.
Sull'isoletta rocciosa abbiamo rinvenuto una stele di pietra che presenta interessanti petroglifi. Credo che siano rune o qualcosa del genere. Nessuno di noi è un esperto in materia, ma è un tipo di scrittura piuttosto famosa, perciò non è stato difficile capire che sono stati lasciati da qualche vichingo dei tempi che furono. Sarebbe una straordinaria scoperta scientifica se potessimo segnare la posizione dello scoglio sulla nostra mappa, ma ciò solo a patto che sapessimo dove ci troviamo. Prima di andarcene Ingrid ha scattato diverse foto del luogo e dei petroglifi. Ho già provato in passato a postare delle foto, ma il mio browser non me le visualizza, perciò temo che non le vediate neppure voi.
Quando riavremo internet faremo una ricerca e magari spediremo le foto a qualche università.
Domattina ci rimetteremo in viaggio. Forse la presenza dell'isola dimostra che siamo sulla strada giusta.

martedì 17 maggio 2011

Terra!

Fantastico! dopo giorni di navigazione vuota e senza meta ci hanno comunicato, esattamente quindici minuti fa, che il radar redivivo ha appena segnalato la presenza di una lingua di terra a diverse miglia verso prua. Sembra si tratti solo di un isola, ma è già qualcosa! C'è la possibilità che il Comandante o il suo ufficiale addetto alla navigazione riconoscano la forma dell'isola e capiscano dove ci troviamo.
Siamo tutti emozionati, e per la prima volta da parecchi giorni c'è un'atmosfera più allegra e distesa, a bordo.
Purtroppo è già buio, perciò dovremo aspettare domattina per sbarcare. Non sto più nella pelle.
Abbiamo gettato l'ancora per paura degli scogli, anche se una rompighiaccio dovrebbe avere lo scafo bello resistente.
Se tutto va bene domani l'incubo finirà!

sabato 14 maggio 2011

Radar

Piccolo aggiornamento per comunicare una buona notizia! La prima dopo tanto tempo, oltretutto. Il radar è tornato in funzione, anche se ancora non ho capito se è stato grazie ai tecnici che ci lavorano da giorni o se si è rimesso a posto da solo.
In ogni caso non abbiamo le bussole, ma possiamo vedere cosa abbiamo intorno.
Meglio di niente...

venerdì 13 maggio 2011

Assenza forzata

Scusatemi tutti, sono molti giorni che non mi faccio vivo. vi sarete preoccupati moltissimo, ma non è dipeso dalla mia volontà. Purtroppo il computer si era spento e non ne voleva sapere di ripartire. sono giorni che provo e riprovo, ma non andava oltre la schermata iniziale. Poi poco fa, all'improvviso, ha ripreso a funzionare.
Almeno parzialmente.
Come prima non riesco a navigare, ma per motivi ancora sconosciuti riesco a postare sul blog, l'unica pagina che mi si apre. Mi spiace comunicare che le vostre ultime mail mi sono arrivate incomprensibili. Solo alcune parole erano leggibili, il resto sembravano madornali errori di battitura. Spero che ciò che scrivo venga salvato correttamente sulla pagina, altrimenti i miei scritti sembreranno i vaneggiamenti di un pazzo. Tra l'altro tutta questa tensione e la fretta di scrivere mi stanno facendo dimenticare come si scrive. Quando verrò fuori da tutto questo dovrò cancellarlo per evitare che qualcuno lo legga!
In tutti questi giorni la nostra situazione non è cambiata, a parte il fatto che ora abbiamo ridotto di parecchio le nostre scorte alimentari e di carburante.
Sull'Arctic 71 c'è un'atmosfera da incubo. Abbiamo tutti paura e cominciamo a disperare di vedere la terraferma. Spero che ci stiano cercando. Forse la guardia costiera non vedendoci arrivare a destinazione ha iniziato le ricerche, o magari qualcuno di voi ha dato l'allarme. Non so.
A bordo la tensione comincia a tradursi in litigi e nervosismo. E, come se non bastasse, il solito idiota continua a creare trambusto facendo suonare l'allarme e poi scappando via.
Io e gli scienziati restiamo confinati nelle nostre stanze da quando, l'altro ieri, un marinaio ubriaco ha pestato Van der Meer in Sala Mensa. nulla di grave, ma gli ha centrato l'occhio con un destro e il medico di bordo lo ha dovuto bendare. Il marinaio è stato messo agli arresti dal Comandante Olsen, ma questo ha scatenato il malcontento nel resto dell'equipaggio, che da allora non fa che guardarci male e insultarci ogni volta che ne ha l'occasione. A parte alcuni Ufficiali e pochi, sparuti marinai, nessuno ci ispira fiducia, perciò preferiamo auto-isolarci per evitare d'incorrere in altri spiacevoli incidenti. A quanto pare la patina di civiltà che ci contraddistingue vacilla molto presto in condizioni di disagio e stress.

lunedì 9 maggio 2011

Stelle nell'acqua

Ieri notte ho assistito ad un altro fenomeno allucinante. Bellissimo, certo, ma mi ha messo addosso più paura di quanta già non avessi.
Il clima continuava ad essere caldo, quasi soffocante. Una volta scesa l'oscurità siamo saliti in coperta per prendere una boccata d'aria. Eravamo in molti, tra me, gli scienziati e gli ufficiali. Il Comandante Olsen ci ha raggiunti solo dopo, quando ormai il buio era assoluto.
E' stato allora che abbiamo assistito al curioso fenomeno. Non ce ne siamo accorti subito, ma la luminescenza è apparse lentamente, quasi come se fosse sempre stata lì ma i nostri occhi dovessero farci l'abitudine. Non vi dico la sensazione strana che ho provato nel vedere tutto sottosopra, il mare punteggiato di stelle e il cielo scuro e senza luce. Sembrava di navigare al contrario, sul cielo. Ho provato un moto di vertigine e non sono stato il solo. alcuni sono caduti a terra, in preda a forti giramenti di capo.
L'effetto è durato tutta la notte, ed è svanito soltanto con l'arrivo dell'ennesima alba senza sole.
Forse siamo già tutti impazziti.
Vi prego, se queste mie pagine stanno raggiungendo qualcuno, credo sia il momento di chiedere aiuto.
Aiutateci, o credo che vagheremo per altri giorni senza meta. Potremmo essere in pieno oceano, completamente fuori rotta.
State tranquilli perché abbiamo scorte a sufficienza, ma per favore contattate qualcuno.
A presto...

sabato 7 maggio 2011

Aggiunta

Ah, dimenticavo. L'allarme dell'ultima volta è stato fatto scattare deliberatamente, ma di nuovo non abbiamo trovato il burlone che si diverte a terrorizzarci.
Spero che lo buttino fuori bordo, quel bastardo...

Paura

E' un po' che non scrivo. Preferirei non doverlo fare, ma sento che è mio dovere documentare tutto questo, soprattutto considerando il fatto che, probabilmente, questo blog è l'unico collegamento che abbiamo con la terraferma.
Ebbene si, abbiamo avuto conferma che la radio della nave ha smesso di funzionare, così come tutte le altre apparecchiature elettroniche. Per qualche misterioso motivo il mio pc continua a rimanere connesso sul blog.
Non voglio allarmarvi, ma temo che a breve saremo costretti a chiedere aiuto.
L'atmosfera a bordo è tesa e la paura è palpabile.
Di nuovo abbiamo avuto un giorno chiaro e senza sole. Quando si fa buio cala un'oscurità totale, e non potendo fare affidamento sul radar (che mostra disturbi inesplicabili) ci dobbiamo fermare e gettare l'ancora, per paura di impattare scogli o altre imbarcazioni.
Ormai siamo a bordo da molti giorni ed è chiaro che ci siamo persi.
Nessuno ha voglia di parlare.

giovedì 5 maggio 2011

...

Cristo, suona di nuovo l'allarme!

Alla deriva nel nulla

Non so, più ci penso e più non mi sembra possibile. 
Sono seduto qui, davanti al computer e ho iniziato a scrivere queste righe, ma davvero non so come raccontare ciò che è accaduto oggi. 
Ho passato il pomeriggio a discutere con Swanson e gli altri. Vista l'eccezionalità del tempo atmosferico il Comandante Olsen ha accettato di farci uscire in coperta tutti insieme e si è unito a noi insieme all'intero comparto degli ufficiali di plancia.
Dunque...
La primissima stranezza che abbiamo notato non appena ci siamo svegliati, intorno alle 6.00 a.m., è stata la temperatura. Faceva incredibilmente caldo e all'inizio abbiamo pensato ad un ennesimo guasto nell'impianto di riscaldamento. Poi ho guardato  fuori dall'oblò e mi sono accorto che ogni traccia di maltempo era svanita, il cielo era di un blu intenso, senza neppure una nuvola, il mare era piatto e trasparente, tanto che sembrava di navigare ai tropici, piuttosto che sul gelido mare di Barents.
Desiderosi di sapere se avessimo avvistato terra, io e Keller siamo saliti in plancia e abbiamo chiesto di parlare con il Comandante. Non pensavamo che avrebbe accettato di vederci, ma con nostra somma sorpresa siamo stati invitati ad accomodarci sul ponte di comando.
Olsen stava scrutando il cielo dall'ampia finestra dinnanzi al timone. Aveva in mano un grosso binocolo nero, piuttosto vecchio ma ben tenuto.
Quando ci siamo avvicinati mi ha fatto cenno di seguirlo e siamo usciti in coperta. Non capivamo cosa volesse o perché si comportasse in modo così strano, ma visto che per una volta non ci aveva preso a male parole lo abbiamo seguito senza fare storie.
Fuori la giornata era splendida e faceva così caldo che abbiamo dovuto toglierci il cappotto imbottito e i maglioni. Rimasti in maglietta a maniche corte ci siamo resi conto con stupore che stavamo benissimo. Ero curioso di domandare a Swanson cosa ne pensasse di quell'ondata di caldo improvvisa, quando Olsen mi ha guardato dritto negli occhi e ha indicato il cielo.
Io ho sollevato lo sguardo, seguendo il suo dito come un idiota. Ho scrutato a fondo, ma non ho visto nulla che non fosse il cielo blu intenso.
E' stato allora che me ne sono accorto. 
La vera stranezza non era il caldo torrido laddove doveva esserci il gelo polare, ma proprio l'assenza di qualsiasi altra cosa nel cielo.
Ricordo ancora le parole del Comandante, mi hanno fatto gelare il sangue nelle vene nonostante il caldo:
"No sun", disse, con un pesante accento. E per una volta nei suoi occhi ho letto lo stesso spavento che provavamo io e Keller. Cercava di dissimularlo, ma l'ho visto lo stesso.
Ho sollevato nuovamente lo sguardo e ho setacciato la volta celeste alla ricerca dell'unico elemento che avevo dato per scontato al punto da non notarne l'assenza.
"No sun". Niente sole.
E' assurdo. Ancora adesso, mentre lo sto scrivendo, mi pare tutto assurdo. E' quasi mezzanotte e il buio è tornato a calare su di noi, come se il sole fosse tramontato normalmente. Solo che non c'è stato nessun sole. Mai, in nessun momento della giornata.
Abbiamo speso ore ed ore ad osservare il cielo, ma non siamo riusciti a scorgerlo da nessuna parte.
Ora penserete che sono pazzo, o che si sarà trattato di qualche fenomeno naturale rarissimo ma perfettamente spiegabile. Swanson è di questa opinione, anche se non ha saputo dirci di cosa si tratta. E' tutta la sera che si è chiuso in camera con i suoi libri e non vuole vedere nessuno.
Lo so che adesso mi prenderete in giro e direte che ho le traveggole, ma so quello che ho visto. Forse si tratta di qualcosa di perfettamente naturale, come dice Swanson, ma parola mia ho avuto veramente paura.
Senza contare che ormai ci muoviamo ad una velocità ridicola da giorni e che la terra sembra scomparsa da questa regione di mare.
Dove diavolo siamo? Quando potremo rivedere la terraferma?
Non so, ho i nervi un po' scossi e ho una voglia matta di scendere dalla nave.

mercoledì 4 maggio 2011

La quiete dopo la tempesta

Oggi il clima si è acquietato. La tempesta è finalmente cessata e la nave procede lentissima in una direzione che non ci è dato di sapere. Il Comandante Olsen non si degna comunicare niente, quindi non sappiamo se le bussole ora funzionano o se hanno riparato il GPS. La Arctic 71 procede pigramente per via dei guasti, tagliando le onde del mare calmo.
Il cielo è ancora coperto, ma dopo i fulmini di ieri notte ora sembra meno minaccioso. Swanson sostiene che se tutto va bene domani dovremmo vedere il sole. E se va ancora meglio la terraferma.
Con Ingrid c'è un bel rapporto, anche se vorrei puntualizzare che tra di noi non c'è assolutamente NIENTE, quindi smettetela di mandarmi mail con domande pressanti, capito Luca? ;)
Scherzi a parte, si sta instaurando un bel rapporto con l'intero personale scientifico. Cerchiamo di stare uniti tra noi il più possibile, visto che i marinai e gli ufficiali non sembrano molto propensi al dialogo.
Quantomeno una volta arrivati alle Svalbard (speriamo presto) avrò già qualche amico!

martedì 3 maggio 2011

Tempesta di Fulmini

Questo braccio di mare di cui si parla così poco continua a stupirmi. La perturbazione che riversa da ore una pioggerella finissima sul ponte della nostra nave si è trasformata in una spettacolare tempesta di fulmini. Ne avevo già vista una, una volta, sulla riviera calabrese, in provincia di Cosenza. Era impressionante, ma questa la supera abbondantemente. Il cielo è illuminato continuamente come fosse giorno, ma la cosa davvero inquietante è la totale mancanza di tuoni. I fulmini disegnano un reticolo luminoso tra le nubi, ma a noi non arriva nessun suono che non sia il rombo profondo del mare agitato. Non mi sembra naturale, ma immagino che le mie conoscenze in materia siano piuttosto scarse. Domani chiederò a Swanson.
Mi mette davvero i brividi e non mi vergogno a scriverlo. 
C'è una finestra sul ponte superiore. E' molto più ampia dell'oblò della mia cuccetta e mi fornirebbe una visuale migliore, magari potrei fare qualche fotografia.
Chiederò a Ingrid se vuole venire con me, così ne approfitterò per conoscerla un po' meglio.

Falso allarme

Non ho scritto niente ieri perché l'allarme si è rivelato falso. Chiedo scusa a chi mi segue se vi siete preoccupati, ma ero distrutto e ho preferito buttarmi sulla branda.
Sembra che qualcuno abbia inavvertitamente fatto scattare l'allarme nel blocco 7 di poppa, vicino alla sala motori. Visto che ci sono stati diversi problemi in quell'area negli ultimi giorni, abbiamo pensato tutti che si fosse rotto qualcos'altro.
Fortunatamente sembra che la sirena sia scattata da sola (o che l'abbia azionata qualcuno che poi ha pensato bene di defilarsi). Il Comandante Olsen ha rimproverato aspramente la ciurma dall'altoparlante e ha affermato che se una cosa simile dovesse verificarsi nuovamente rivolterebbe la nave per trovare il responsabile.
In ogni caso la situazione oggi sulla Arctic 71 è stazionaria. Fuori la tempesta continua ad infuriare e la terra ancora non si vede.
Ormai questa storia sta sfiorando il ridicolo...quando arriveremo a destinazione inoltrerò una protesta formale alla compagnia cui fa capo questa bagnarola...

lunedì 2 maggio 2011

Ancora??

Neanche ho finito di scrivere il post precedente che sulla nave è scattato di nuovo l'allarme! Avremo mai un po' di pace?
...
Corro a vedere che è successo stavolta!

Pioggia

Pioggia, vento e onde alte due metri. La nave si muove ad una velocità deprimente e il continuo andar su e giù provoca nausea anche in chi, come me, non soffre per nulla il mal di mare. L'umore generale rispecchia in toto il clima.
Abbiamo passato una giornata uggiosa chiusi nella pancia del mostro, passando svogliatamente da una partita a scacchi ad una a carte, da un discorso sul cinema 3D ad uno sugli organismi intrappolati nei ghiacci del polo.
Persino Van der Meer, solitamente divertente e loquace, ha passato la giornata a letto, partecipando alle conversazioni solo di tanto in tanto.
Swanson dice che domani il tempo dovrebbe migliorare, ma guardando i nuvoloni bassi e neri, fuori dal mio oblò, non mi sembra una previsione molto attendibile.
Comincio ad impazzire, qui dentro.

domenica 1 maggio 2011

Danni

L'onda anomala di ieri non è stata totalmente indolore. nonostante l'abilità dell'equipaggio e la robustezza della nave, la Arctic 71 ha riportato ulteriori danni alla sala macchine e alla stiva numero 3. E dire che eravamo appena riusciti a ripararla...
Nonostante tutto, fortunatamente, l'integrità strutturale non è stata compromessa, così come l'effettiva capacità di manovra e di navigazione. Siamo già ripartiti da un paio d'ore, ma ancora non abbiamo alcun punto di riferimento all'orizzonte. Le bussole non funzionano, così come il sistema satellitare.
Nessuno di noi riesce ad immaginare da cosa dipenda, ma non è una buona notizia. Swanson ha detto che il Comandante è preoccupato perché all'improvviso sembra saltato tutto. La radio apparentemente funziona, ma l'ufficiale addetto ha provato e riprovato a contattare la guardia costiera o il soccorso marittimo senza alcun successo.
Cosa diamine succede?
Non abbiamo modo neppure di orientarci con il sole o con le stelle, almeno finché questo tempo non cambierà.
Da quello che ha detto Swanson il Comandante ritiene opportuno muoverci comunque. Prima o poi avvisteremo qualche lembo di terra all'orizzonte e potremo gettare le ancore e fare il punto della situazione.
Sarei quasi tentato di lanciare un S.O.S tramite questo stesso blog, ma preferisco aspettare ancora un po'. Anche Swanson è d'accordo. Speriamo bene.