Sono seduto qui, davanti al computer e ho iniziato a scrivere queste righe, ma davvero non so come raccontare ciò che è accaduto oggi.
Ho passato il pomeriggio a discutere con Swanson e gli altri. Vista l'eccezionalità del tempo atmosferico il Comandante Olsen ha accettato di farci uscire in coperta tutti insieme e si è unito a noi insieme all'intero comparto degli ufficiali di plancia.
Dunque...
La primissima stranezza che abbiamo notato non appena ci siamo svegliati, intorno alle 6.00 a.m., è stata la temperatura. Faceva incredibilmente caldo e all'inizio abbiamo pensato ad un ennesimo guasto nell'impianto di riscaldamento. Poi ho guardato fuori dall'oblò e mi sono accorto che ogni traccia di maltempo era svanita, il cielo era di un blu intenso, senza neppure una nuvola, il mare era piatto e trasparente, tanto che sembrava di navigare ai tropici, piuttosto che sul gelido mare di Barents.
Desiderosi di sapere se avessimo avvistato terra, io e Keller siamo saliti in plancia e abbiamo chiesto di parlare con il Comandante. Non pensavamo che avrebbe accettato di vederci, ma con nostra somma sorpresa siamo stati invitati ad accomodarci sul ponte di comando.
Olsen stava scrutando il cielo dall'ampia finestra dinnanzi al timone. Aveva in mano un grosso binocolo nero, piuttosto vecchio ma ben tenuto.
Quando ci siamo avvicinati mi ha fatto cenno di seguirlo e siamo usciti in coperta. Non capivamo cosa volesse o perché si comportasse in modo così strano, ma visto che per una volta non ci aveva preso a male parole lo abbiamo seguito senza fare storie.
Fuori la giornata era splendida e faceva così caldo che abbiamo dovuto toglierci il cappotto imbottito e i maglioni. Rimasti in maglietta a maniche corte ci siamo resi conto con stupore che stavamo benissimo. Ero curioso di domandare a Swanson cosa ne pensasse di quell'ondata di caldo improvvisa, quando Olsen mi ha guardato dritto negli occhi e ha indicato il cielo.
Io ho sollevato lo sguardo, seguendo il suo dito come un idiota. Ho scrutato a fondo, ma non ho visto nulla che non fosse il cielo blu intenso.
E' stato allora che me ne sono accorto.
La vera stranezza non era il caldo torrido laddove doveva esserci il gelo polare, ma proprio l'assenza di qualsiasi altra cosa nel cielo.
Ricordo ancora le parole del Comandante, mi hanno fatto gelare il sangue nelle vene nonostante il caldo:
"No sun", disse, con un pesante accento. E per una volta nei suoi occhi ho letto lo stesso spavento che provavamo io e Keller. Cercava di dissimularlo, ma l'ho visto lo stesso.
Ho sollevato nuovamente lo sguardo e ho setacciato la volta celeste alla ricerca dell'unico elemento che avevo dato per scontato al punto da non notarne l'assenza.
"No sun". Niente sole.
E' assurdo. Ancora adesso, mentre lo sto scrivendo, mi pare tutto assurdo. E' quasi mezzanotte e il buio è tornato a calare su di noi, come se il sole fosse tramontato normalmente. Solo che non c'è stato nessun sole. Mai, in nessun momento della giornata.
Abbiamo speso ore ed ore ad osservare il cielo, ma non siamo riusciti a scorgerlo da nessuna parte.
Ora penserete che sono pazzo, o che si sarà trattato di qualche fenomeno naturale rarissimo ma perfettamente spiegabile. Swanson è di questa opinione, anche se non ha saputo dirci di cosa si tratta. E' tutta la sera che si è chiuso in camera con i suoi libri e non vuole vedere nessuno.
Lo so che adesso mi prenderete in giro e direte che ho le traveggole, ma so quello che ho visto. Forse si tratta di qualcosa di perfettamente naturale, come dice Swanson, ma parola mia ho avuto veramente paura.
Senza contare che ormai ci muoviamo ad una velocità ridicola da giorni e che la terra sembra scomparsa da questa regione di mare.
Dove diavolo siamo? Quando potremo rivedere la terraferma?
Non so, ho i nervi un po' scossi e ho una voglia matta di scendere dalla nave.
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